
3 passeggiate da non perdere a Venezia
Indice
- Le Zattere e Punta della Dogana
- Riva degli Schiavoni e i Giardini della Biennale
- Il sestiere di Castello, dall’Arsenale a San Pietro di Castello
Non c’è niente da fare, non riesco a trattenermi dal parlare di Venezia.
Ancora una volta torno a dirvi quanto sia bello camminare e perdersi per le calli e i canali di questa città. Ultimamente passeggiando a caso, ho scoperto nuove zone di cui non avevo assolutamente idea; sarà sempre così, almeno così dicono gli abitanti. Anche dopo una vita intera vissuta qui, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Ma quali sono le 3 passeggiate da non perdere a Venezia?
Vi ho già parlato di cosa vedere a Venezia se avete solo un giorno a disposizione, ma se vi trattenete un po’ più a lungo e volete approfittare di qualche bella giornata di sole per camminare nei luoghi più autentici della città, questi consigli fanno al caso vostro.
1. Il sestiere di Dorsoduro: Le Zattere e Punta della Dogana
Questo angolo di Venezia, racchiude il meglio che questa città può offrire: viste mozzafiato, arte, cultura, tradizioni, gastronomia.
Il momento migliore per questa passeggiata è sicuramente il tramonto. Gli appassionati di arte possono prima trovare il loro appagamento alle Gallerie dell’Accademia o alla collezione Peggy Guggenheim, che racchiude sotto un unico tetto la storia dell’arte moderna.
Poi, con le gambe stanche dopo le visite, o con i piedi che ormai ben conoscono il selciato di Venezia, non vi resta che raggiungere la Fondamenta delle Zattere e prendervi una dolce pausa, non prima di aver fatto uno stop allo Squero di San Trovaso.
Sulla Fondamenta delle Zattere, così chiamata perché adibita un tempo all’approdo delle zattere che trasportavano il legno dalla terraferma, troverete la gelateria Nico. Qui potrete sedervi al sole ai tavolini sulle fondamenta ed ordinare il re del locale, il gianduiotto, un rettangolo di gelato artigianale alla gianduia, servito in un capiente bicchiere riempito di panna montata… una delizia che potrete gustare mentre ammirate il molino Stuchy che si infiamma per la luce del sole che tramonta alle sue spalle, ed i gabbiani che sorvolano placidamente le acque del canale della Giudecca.


Punta della Dogana
Dirigetevi poi verso Punta della Dogana. Potete percorrere tutte le fondamenta, o andare per le calli interne, in entrambi i casi giungerete in uno dei punti più belli di Venezia, dove finisce il Canal Grande e la vista può spaziare su tutto il bacino di San Marco; potrete distinguere Palazzo Ducale, l’Isola di San Giorgio, Riva degli Schiavoni, fino a vedere il Lido nelle giornate meno afose.
Nel XV secolo fu qui trasferita dall’Arsenale la dogana da mar; venivano qui scaricate e pesate tutte le merci provenienti dal mare. L’edificio che occupa l’ultimo lembo di terra triangolare, sormontato da un gruppo scultoreo raffigurante due Atlanti che sorreggono una sfera in bronzo dorato, in cima alla quale la Fortuna, ruotando, indica la direzione del vento, era sede dei magazzini di stoccaggio del sale. L’attività doganale prosegue fino agli anni ottanta del Novecento. Dopo più di vent’anni di abbandono, la collezione Pinault, vinto un bando di concorso, restaurò l’edificio e diede vita ad un centro di arte contemporanea, aperto dal 2009 al pubblico con mostre temporanee.
Costeggiando il Canal Grande, potete, poi, raggiungere la Basilica di Santa Maria della Salute, una Chiesa a forma di corona, eretta nel 1632 come voto alla Madonna per salvare la città dalla tremenda epidemia di peste, che in un paio di anni lasciò dietro di sé quasi 80.000 vittime tra gli abitanti di Venezia, doge e patriarca compresi. Ogni anno il 21 Novembre ha luogo una delle feste più sentite. Attraverso l’installazione di un ponte, la Basilica chiama a raccolta tutti i veneziani, in visita “per perpetua memoria della Pubblica gratitudine di tanto beneficio”.


Dove mangiare a Dorsoduro
Se volete, poi, trattenervi per cena e magari assistere alla romantica vista di Punta della Dogana in versione notturna, ecco qualche consiglio:
- Ristorante Agli Alboretti: luogo di ritrovo per artisti tra anni ’50 e ’60, tra cui la stessa Peggy Guggenheim, che porta ancora avanti l’antica tradizione culinaria (qualità e di conseguenza prezzi abbastanza alti);
- Al vecio forner: locale rustico dov’è possibile assaggiare la chioggiotta, piatto tradizionale di Chioggia a base di pesce;
- Corner pub: per una cena più veloce a base di cicchetti;
- Sudest 1401: un po’ più distante ed in direzione opposta rispetto a Punta della Dogana, alle spalle della V-A-C Foundation, trovate questo piccolo angolo di tranquillità che propone una cucina fusion, con piatti tradizionali del sud Italia, dei Balcani e del Medio Oriente.
- Cantine del Vino già Schiavi: Osteria ed enoteca dove si beve e si mangia rigorosamente in piedi.
2. Riva degli Schiavoni e i Giardini della Biennale
Ricordo ancora la prima volta che percorsi Riva degli Schiavoni qualche anno fa. Era un tardo pomeriggio di Gennaio, freddo e nebbioso; dopo uno spettacolare tramonto a Piazza San Marco calò la notte e mentre ci incamminavamo lungo la Riva, a stento si potevano distinguere le sagome scure delle persone, come fantasmi che ogni tanto apparivano per poi subito scomparire avvolti nella cortina di nebbia. Era come stare in una bolla, in un’atmosfera surreale e romantica.
Col tempo, poi, tutta questa zona è diventata per me un po’ come un rifugio. Superata la calca intorno a San Marco, costeggiando il Bacino, la fondamenta si allarga, la folla diminuisce; poche passeggiate al mondo credo possano eguagliare la bellezza che si trova qui. Spesso, poi, mi piace fermarmi in qualche bar subito prima dei giardini, seduta al sole con la vista di Piazza San Marco e dell’Isola di San Giorgio proprio di fronte a me.

La cosa ancora più bella è immaginare com’era una volta Riva degli Schiavoni; è stata ampliata così com’è ora solo nel 1780 ed anche gli edifici sono di età otto-novecentesca, perlopiù residenziali. Ma immaginatela poco più ampia del Ponte di Paglia, con casotti di legno per lo stoccaggio di merci, banchi di vendita all’ingrosso, squeri per la riparazione delle barche ed il via vai di merci e uomini; un intreccio di lingue, facce ed abiti da ogni parte del mondo, che trovavano lungo Riva degli Schiavoni il punto di accesso per la città di Venezia. Era qui che approdavano le grandi navi mercantili, provenienti soprattutto dalla Dalmazia, un tempo chiamata, indovinate un po’, Schiavonia.
I Giardini della Biennale
Ma quelli che voglio farvi raggiungere sono i Giardini della Biennale, la zona verde più ampia della città, nati come primi giardini pubblici in Italia per volontà di Napoleone, che voleva dare a Venezia un luogo di pubblico passeggio. Diverse strutture religiose furono abbattute per lasciar spazio ad un polmone verde di enorme bellezza, dove, imitando i giardini all’inglese, si alternavano boschetti, laghi, fontane e giochi d’acqua, con palme, platani, magnolie, alberi da frutto e fiori di ogni tipo. Lo spazio fu usato dai veneziani in ogni modo, dalle passeggiate agli spuntini domenicali, dai concerti ad eventi organizzati lungo il vialone di ingresso, pensato in origine proprio come palcoscenico di grandi parate.

Verso la fine dell’’800 gran parte dei giardini vennero ceduti all’Ente della Biennale. Pur rimanendo area verde, solo una piccola parte è rimasta pubblica, il resto ospita i 29 padiglioni che dal 1892 sono sede delle Esposizioni d’arte della Biennale. Una visita all’Esposizione è d’obbligo e qui potete trovare tutte le informazioni che vi servono.
Ma una volta terminata la visita, andate anche oltre. Camminate lungo il percorso esterno dei giardini che costeggia il Bacino, superate il piccolo ponte e raggiungete il Parco delle Rimembranze. E’ questo adesso il polmone verde pubblico più ampio di Venezia. Potete rilassarvi su una panchina in totale tranquillità, osservando qualcuno che ogni tanto passa facendo jogging. Non li invidiate almeno un pochino sapendo che possono correre ogni giorno godendo di questa vista magnifica?




3. Il sestiere di Castello, dall’Arsenale a San Pietro di Castello
Per la terza passeggiata che vi propongo in questo articolo, restiamo sempre nel sestiere di Castello, per scoprire un po’ più a fondo questo angolo intatto di Venezia.
Partite da Campo San Francesco della Vigna, con il suo caratteristico colonnato e l’omonima Chiesa, la cui facciata è del Palladio e al cui interno si possono ammirare dipinti del Tiepolo e del Veronesi. Il nome è legato al fatto che i terreni concessi per far sorgere la Chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi erano inizialmente adibiti a vigne. Immergetevi nell’atmosfera francescana del luogo, visitando anche il convento e la biblioteca dei Padri Francescani.

L’Arsenale di Venezia
In pochi passi potete raggiungere l’ingresso dell’Arsenale, l’enorme complesso di cantieri navali dove fu costruita la flotta della Serenessima, per secoli una delle più potenti al mondo. Dal Campo dell’Arsenale è possibile osservarla solo dall’esterno, essendo zona militare, ma già qui si può avere un’idea dell’imponenza. In alternativa qui trovate le informazioni per le visite all’interno.
In Campo dell’Arsenale trovate anche il Museo Storico Navale di Venezia, di cui fa parte il Padiglione delle Navi situato nell’antica officina remi dell’Arsenale. Qui sono conservate tipiche imbarcazioni veneziane e militari.
Infine, seguite le mura dell’Arsenale dirigendovi verso est ed inoltrandovi per le caratteristiche calli di Castello, dove vi sembrerà di tornare indietro nel tempo, fino a raggiungere l’Isola di San Pietro di Castello. L’Isola, detta originariamente Olivolo forse per la presenza di ulivi, fu uno dei primi insediamenti della città ed era un tempo occupata da una fortezza, che ha dato il nome al sestiere.





San Pietro di Castello
Il Campo di San Pietro di Castello, situato davanti all’omonima Basilica, può dare un’idea di come erano una volta tutti i Campi veneziani, grazie al manto erboso e agli alberi che la ricoprono. C’è un’atmosfera unica in questo luogo che si anima per due eventi nel corso dell’anno.
Uno è la festa delle Marie, quando la piazza si riempie di figuranti con abiti medioevali. Il secondo è la festa di San Pietro in Casteo, tra le ricorrenze più amate dai veneziani, un momento di festa genuina che si svolge nell’ultima settimana di giugno. Il campo si riempie lampade, bancarelle colorate e stand gastronomici che propongono i tipici piatti veneziani. E’ qui che, tra un po’ di musica ed un buon piatto della tradizione, potrete vivere l’espressione del folklore locale, della cultura storica della città e dei veneziani che vogliono sentirsi eredi della loro storia.

