Il mio viaggio in Portogallo

Il mio viaggio in Portogallo

Il Portogallo è un posto strano.

Romantico e decadente, arde, per poi venire spazzato dal freddo vento dell’Atlantico. Così vicino, eppure lì, situato “dove la terra finisce e comincia il mare“, dove le terre lontane sembrano così a portata di mano che hai quasi la sensazione di sentirle; ed il loro segno lo hanno lasciato, nei quartieri islamici e roccaforti moresche, nel barocco arabeggiante, nei palazzi disordinati e ricoperti di azulejos, oggi in rovina e totale abbandono. Sono segni di un’antica potenza, ormai decaduta, che ha lasciato il posto agli “scugnizzi” portoghesi e alla loro arte dell’arrangiarsi.

Come in un Fado, la malinconia di una felicità passata è forte. Eppure la gente, con la sua lentezza, non sembra preoccuparsene; con lo stesso ritmo lento, è sempre pronta a dare aiuto, in maniera quasi commovente.

Il viaggio ci ha visti attraversare il Portogallo passando per la decadente e bellissima Porto e la capitale Lisbona con i suoi caratteristici dintorni; ma è stata la costa vicentina il vero spettacolo. Una tavola da surf dà il benvenuto in paesi di case bianche e mulini a vento, abitati solo da pescatori e surfisti, persi tra colline che nascondono scogliere a picco e distese infinite di sabbia bianca e fine, dove il vento soffia continuo modellando il paesaggio a suo piacimento; dove la vita scorre al ritmo del mare e l’unica cosa che si attende è l’arrivo dell’onda perfetta

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